28.11.11

LE DONNE DI CARTA DI MICHELA di Anna Cavallera

Le donne di carta di Michela

Se una formica si fosse trovata a passeggiare lungo i corridoi delle antiche scuderie della Caserma Mario Musso durante la manifestazione Saluzzo Arte 2011 e, dal suo punto di vista indeclinabile, avesse lanciato uno sguardo alle opere pittoriche esposte nello spazio della pittrice Michela Riba, probabilmente sarebbe morta per lo spavento.

Lì infatti, in posizione dominante, troneggiava il trittico "Gigantologia. Passi da gigante": la vista prospettica dal basso verso l’alto, esasperata, pone le gambe della donna rappresentata, inguainate in calze zebrate ed i piedi calzati in scarpe con zeppe colorate dall’altezza vertiginosa, minacciosamente fuori dal quadro, in un movimento irreale e dinamico. Scavalcano il limite della tela ed incombono all’esterno, sul povero imenottero: la percezione del soggetto e dello spazio in termini di distanza, di intervallo e di profondità, viene meno. Il primo piano, ove il campo visivo definisce la figura, offre una visione più definita, mentre lo sfondo aumenta l’effetto di superficie indistinta. Non esiste un contesto in cui gli oggetti si relazionano e mancando una reciproca influenza fra gli elementi, la decontestualizzazione fa saltare gli equilibri e si ha la sensazione di una comunicazione apparente.

 Queste le parole della giovane artista di Vignolo, pescata dal mazzo degli artisti ed espositori di Saluzzo Arte 2011: Michela Riba, nata nel 1984, si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Cuneo e lavora come assistente in uno studio dentistico. Nonostante la giovane età possiede un curriculum di tutto rispetto, la partecipazione a numerosissime mostre collettive, affermazioni e vittorie fra cui ricordiamo i concorsi cuneesi della Fondazione Peano con il 1° premio nel 2001, più volte vincitrice delle serate "Io espongo..", le mostre personali del 2007 a Vicenza, del 2008 al Condorito di Cuneo, artista del mese in più occasioni su Ziguline, finalista a molti premi italiani e stranieri, in Cina con la federazione degli artisti italiani ad Hangzhou Peace International Exhibition Center, la selezione al"Premio Arte Mondadori 2008" tra i 120 finalisti e la contestuale pubblicazione sul mensile Arte Mondadori di settembre. Ultimo alloro: finalista a Saluzzo con Menzione d’onore proprio grazie alle sue Grandi Donne."

La ricerca artistica della Riba parte dalla fotografia e si rivolge prevalentemente alla figura umana, prediligendo il corpo femminile con rimandi espliciti al modernismo, alle protagoniste dell’art Nouveau ed in particolare alle linee ritmiche che ricordano Beardsley e Klimt. Donne inavvicinabili dagli sguardi distaccati ed indagatori, donne sconfinatamente granitiche, nella loro superba inoppugnabile fierezza, e donne elegantemente fragili, sotto abiti e veli di perfezione apparente. Ezechiela è il nome scelto a rappresentazione della propria poetica, ma Michela è anche affascinata da Lolita, il personaggio ambiguo, spregiudicato e fragile del celebre romanzo di Vladimir Nabokov, oltre che da Paffiela: cosa significano questi nomi e perché?

": questo piace alla pittrice, i vari volti, le numerose maschere di uno stesso soggetto.Ezechiela si rifà chiaramente al nome del profeta Ezechiele, nato verso la fine del regno di Giuda e, secondo l’artista, vede coincidere il suo ruolo di anticipatore di eventi con la certezza che l’arte, similmente, può arrivare alle persone nonostante la difficoltà della comunicazione. Quanto poi a Lolita, "

 cioè quel movimento che compiono i bambini procedendo a gattoni, buttando le mani per terra, determinando così quel suono deciso di incontro-scontro con il terreno. Il PafPaf è quindi assimilabile al percorso di un artista che, come quello dei bambini, all’inizio può apparire difficoltoso, ma successivamente è destinato a consolidarsi e rafforzarsi. Ottimista e fiduciosa, forte e determinata. Questa l’apparenza. E le sue donne sono così: lontane ed insensibili, angeli e demoni, caratterizzate da formule stilizzate, abiti che accentuano l’effetto decorativo dell’insieme favorendo una lettura compositiva prevalentemente verticale.Quanto poi a Paffiela, la Riba si considera promotrice del 

Forme circolari e chiuse, apparati legati alla moda, estrapolati dalle riviste glamour, i manichini, le maschere, i neri codini che si diramano in scheletrici alberelli, le mani forti ed aperte-una resa ed un richiamo, le pose da femme fatale… Ricordano "gira la moda" e quei giochi per bambine in cui ci si diverte ad appoggiare sui corpi delle bambole di carta, abiti, cappelli, borsette, in un gioco di travestimento e moda strettamente imparentato con il collage.

La malìa sta nella casualità distratta, nell’imperfezione con cui vengono disposti abiti, gioielli spalline e borsette sui corpi. Un po’ staccati, un po’ sciroccati, sbilenchi. I volti impersonali, gli ovali perfetti, i corpi in posa in atteggiamenti voluti e studiati. Come in un gioco per bambine, che fingendo di essere grandi, talvolta si scoprono tali.


Anna Cavallera

articolo tratto dal Corriere di Saluzzo - 12 maggio 2011 p.33



http://www.corrieredisaluzzo.it/index.asp?news=5371



Nessun commento:

Posta un commento