Nella Sezione Spazio Aperto, la seconda Sala della Guardia ospita la rassegna: Donne, solo e semplicemente donne…
Proporre uno spazio per una mostra collettiva di artiste:
Elisa Anfuso,
Roberta Coni,
Cristina Iotti,
Michela Riba,
Elisabetta Trevisan
che dipingono figure femminili, potrebbe anche sembrare un’idea non particolarmente originale, ma è un’iniziativa che può trovare una sua logica e delle motivazioni profonde. Privilegiare, innanzitutto, l’estro e l’esperienza di artiste che affrontano questa tematica con grande abilità e naturalezza, superando qualsiasi significato che possa rimandare apertamente ad una qualsiasi forma di provocazione sessista o di contrapposizione a qualcuno o qualcosa… Cinque artiste emergenti, che da tempo portano avanti un tema, che pone al centro dell’attenzione, la complessità dell’universo femminile. Donne, innanzitutto, che attraverso il disegno e la pittura, intendono esprimere la loro femminilità, il loro senso di libertà e di legittima appartenenza ad un mondo variegato e complesso, trattando di donne, di condizione femminile, come specchio della quotidianità. Cinque personalità diverse che si raccontano per manifestare le loro riflessioni sull’esistere, e con esse, anche i loro dubbi ed insicurezze, le loro fragilità, ma anche molti sogni, descritti con grande sensibilità.
Pittrice
Qual è il tuo talento?
“I suoi quadri, tutti oli su tela, colpiscono per l’espressione iperrealistica, per la fusione tra il linguaggio astratto e la rappresentanza figurativa del reale, per i contrasti cromatici, ma soprattutto per l’energica presenza dell’elemento femminile. Le sue donne che si lasciano scrutare statiche e orgogliose, sembrano ostentare un forte temperamento femminile e celare invece una fragile dolcezza (Cristina Pontisso)”. Credo di saper prendere lo spettatore catturandolo con lo sguardo delle mie donne dipinte: gli occhi devono esprimere un’intensa sensibilità trasmettendo così una forte emozione. Uso un linguaggio neopop per quanto concerne la cifra stilistica, arricchita da eleganti soluzioni formali giocate su campiture piatte e uniformi, mentre il carattere narrativo delle opere, rigoroso con leggerezza, mi allontana dall’impostazione originaria della pop art. “Ottimista e fiduciosa, forte e determinata. Questa l’apparenza. E le sue donne sono così: lontane ed insensibili, angeli e demoni, caratterizzate da formule stilizzate, abiti che accentuano l’effetto decorativo dell’insieme favorendo una lettura compositiva prevalentemente verticale. Forme circolari e chiuse, apparati legati alla moda, estrapolati dalle riviste glamour, i manichini, le maschere, i neri codini che si diramano in scheletrici alberelli, le mani forti ed aperte, le pose da femme fatale… Ricordano “Gira la moda” e quei giochi per bambine in cui ci si diverte ad appoggiare sui corpi delle bambole di carta, abiti, cappelli, borsette, in un gioco di travestimento e moda strettamente imparentato con il collage. La malìa sta nella casualità distratta, nell’imperfezione con cui vengono disposti abiti, gioielli, spalline e borsette sui corpi. Un po’ staccati, un po’ sciroccati, sbilenchi. I volti impersonali, gli ovali perfetti, i corpi in posa in atteggiamenti voluti e studiati. Come in un gioco per bambine, che fingendo di essere grandi, talvolta si scoprono tali”. (Anna Cavallera)
Cosa puoi raccontarci di te?
Mi reputo una sognatrice che non ha mai smesso di sognare di vivere in wonderland: così nel 1984, insieme a Michela Riba, nacque anche l’Ezekiela che uscirà però allo scoperto qualche anno dopo anche se era già innata in Michela fin dalla nascita. Ezekiela è la carica interiore di Michela. Ho partecipato a numerose mostre e diversi concorsi senza mai fermarmi e continuando tutt’ora questa salita faticosa ma molto gratificante! Ho partecipato a molte edizioni di “Io espongo” a Torino arrivando alla finale nell’edizione 2005/2006 e nell’edizione 2009. Ho avuto il grande piacere di esporre tra le tre artiste di “Made in Turin 2009” a Palazzo Birago di Borgaro. Mi sono classificata finalista in diversi concorsi ricevendo anche delle menzioni speciali. Nel 2010 ho esposto alla Permanente di Milano tra i finalisti al Premio Arte Mondadori. Ho esposto nello stesso anno in Cina al teatro stabile di Hangzhou e alla manifestazione “Only Italy”. Ho esposto al progetto G8 di Saluzzo Arte 2011 alla Fondazione Bertoni , dove quest’anno parteciperò ad un altra collettiva “Donne semplicemente Donne”. Sempre quest’anno ho avuto il piacere di esporre a Torino in onore al grande maestro Antonio Carena, volando poi a Londra, Dublino e sono stata selezionata per Human Rights 2012 e molte altre che non sto a citare. (www.michelariba.blogspot.com)
Qual è il tuo sogno?
Il mio sogno, oltre a quello di diventare una pittrice e poter vivere di tale arte, è quello di trasmettere emozioni e suscitare interesse nei miei lavori facendo parlare lo spettatore: suscitare in lui un qualcosa, comunicare tramite la mia Arte, arrivando e trasmettendo in ogni singola persona un qualcosa… credo che questo sia il più bel modo per iniziare a sognare!
Quali opportunità può rappresentare per te far parte di questo network?
Visibilità, curiosità ed interesse nel trasmettere e comunicare un messaggio. È un onore aver avuto questa possibilità: oramai il mezzo migliore in questi anni è il web e devo ringraziare tale “fenomeno” per tutte le possibilità che mi si sono aperte davanti agli occhi: senza questo mezzo sarebbe stato difficile, quasi impossibile.